Ecco un nuovissimo, nonché primissimo, appuntamento con le
Recensioni Semi-Serie (più semi che serie). Il 12 febbraio è uscito il nuovo
disco degli Elio e le Storie Tese. “Figgatta de Blanc” (titolo parodia di
“Reggatta de Blanc” dei Police) presenta una copertina gialla con uno
“scarabocchio” blu. Come tutti sapete, un libro non si giudica mai dalla
copertina. Ma, dato che questo è un disco, è proprio da lì che inizia la mia
analisi.
Molti, sbrigandosi molto sbrigativamente, hanno licenziato la questione,
tratti in inganno anche dal titolo “Figgatta”, dicendo che la copertina
rappresenta l’organo sessuale femminile. Altri, ci hanno visto citazioni di
altri dischi (“90125” degli Yes e “Three of a Perfect
Pair” dei King Crimson). Troppo semplice. La verità è un’altra ed è molto più
oscura, inquietante e… politica! Come
tutti sapete, gli Elii sono stati, prima di vendersi al potere dominante,
dei giovani comunisti, capelloni e drogati. Un simbolo caro ai
rivoluzionari dell’epoca era il simbolo della Pace di Gerald Holtom. Un simbolo
che rappresentava valori di libertà, pace, uguaglianza e libertà. Non è una
ripetizione: la seconda libertà sta per libertà sessuale. Da cantautori
impegnati, quali sono da sempre, in
questo album si fanno carico, come Gaber in “La mia generazione ha perso”, del
fallimento e della perdita degli ideali, rinnegati e rovesciati nell’essersi
venduti al Dio-Denaro e nell’esser diventati monogami (vedi seconda libertà).
Rovesciati, per l’appunto: come il simbolo rappresentato sulla copertina che
non è altro che il suddetto simbolo della pace a testa in giù, disegnato con
mano tremante, preda di rabbia, delusione, disillusione, noia, abbandono, nulla
(nella loro vita sono stati, per i motivi suddetti, sia ricchi che poveri) e lacrime
(alcune sbavature del simbolo non sono dovute solo al tremore delle mani, ma ai
litri di lacrime (13, per l’esattezza) versati). La rabbia, poi, deve aver
preso il sopravvento, tanto da spingere il disegnatore a cancellarlo, scarabocchiandoci su. Fermatisi in tempo e tentati in
un primo momento di ridisegnare la copertina da zero, hanno poi deciso di
mantenerla per lanciare questo messaggio subliminale (entrando a pieno titolo
nel campo dell’heavy metal e dell’animazione per bambini) e perché non avevano
tempo, voglia e ulteriore denaro da spendere in una nuova copertina: “Vuoi che
il disco esca per Sanremo? E noi te lo facciamo con anche una copertina figa
(eh, battutone!). Quindi, c’hai anche una copertina figa, cosa rompi le
balle?”.
Ma, probabilmente, queste sono tutte corbellerie, e la
copertina rappresenta semplicemente l’organo sessuale femminile.
Dopo aver esposto alcune ipotesi sull’origine della
copertina è il momento – e spero che i più sensibili mi perdonino – di parlare
della musica. Il disco presenta quindici tracce. Ho provato a pulirlo ma
continua a presentarne quindici. Così ho capito che le tracce altro non sono
che graffi. La prima traccia è un’intro che cita l’intro del primo disco che
presentava ventidue tracce. Quindi la qualità fisica è migliorata. Le altre
quattordici sono canzoni:
Vacanza alternativa: brano molto funky, ma anche un po’ pop,
ma anche un po’ demenziale, ma anche un po’ jazz con tanto di assolo di sax e
intervento dell’amica trans (alias Vittorio Cosma) della nonna di Tato (“chi è
Tato?”? Lo scoprirete ascoltando il disco. O forse no.) e di Paola Folli,
entrambi tipici elementi jazz fin dai tempi di “Minnie The Moocher” di Cab
Calloway. Voto: 9.
She Wants: Sergio Antibiotice, noto negli ambienti
pornografici come Rocco Tanica, ci spiega, in un inglese degno di Laurel & Hardy ma nella versione doppiata da Sordi e
Zambuto e senza accento, che la donna davvero innamorata è retroattiva. Voce
vocoderificata (come in “Shpalman”, per intenderci) come non si sentiva da
tempo. La parte finale della canzone è in italiano ma, considerata la
difficoltà del britannicissimo Antibiotice nel parlare la nostra lingua, è
stata affidata a Paola Folli. Voto: 8.
Parla come mangi: brano pop-rock che, in un periodo in cui
le discussioni ruotano principalmente intorno a tante cose, discute su un tema
linguistico molto attuale: avete presente la mania di usare termini britannici
inglesi (“britannici” l’ho usato già nella riga di sopra)? Per gli Elii, invece,
l’errore è quello opposto: utilizzare termini italici. Dunque, secondo una mia
personalissima, e dunque assolutamente corretta, chiave di lettura, gli Elii
vogliono dirci che dobbiamo parlare inglese perché ormai mangiamo roba inglese.
O americana. Ma, siccome alla fine la differenza tra un pudding (britannico) e
un cheeseburger (americano) si nota solo dal loro accento e loro sono un po’
restii a parlare, il termine “inglese” è considerato corretto per entrambi. Voto:
8,5.
Il mistero dei bulli: il bullismo è un problema della nostra
società? Falso: è sempre esistito, come il lavoro più vecchio del mondo, il
quale è nato proprio per i bulli che, ovviamente, nessuna donna fila, e colei
che li fila merita di essere definita praticante del lavoro più vecchio del
mondo. Gli Elii dicono che questo brano è il tanto atteso “Ragazzo della via
Gluteo”. Forse l’hanno detto perché è vero. O forse perché così i fan non
rompono più con questa storia. Voto: 8,5.
China Disco Bar: integrazione sì, però non ve ne
approfittate che c’è gente che deve riposare ché tra poche ore si sveglia. Bel
brano dance con annessi amore e prole sino-lumbard. Voto: 8,5.
Il quinto ripensamento: brano dance sanremese scritto da
Murphy, Belisari, Civaschi, Conforti, Fasani, Beethoven. E questo può già
bastare. Voto: 8.
Bomba intelligente: avete presente cos’è un capolavoro? No?
Ascoltate “Bombra intelligente”, pezzo poetico e ironico al tempo stesso
scritto da Francesco Di Giacomo, cantante del Banco Del Mutuo Soccorso
scomparso nel 2014. Cantato da lui (aveva registrato la voce prima di morire,
quindi non scatenate un altro “caso Pelvicaro” e/o non accusate gli Elii di
fare sedute spiritiche), ri-arrangiato e suonato da Dio (che hanno dimenticato
di ringraziare nel libretto) dagli Elii. Straordinario il doppio assolo finale:
chitarra elettrica suonata da Cesareo nel canale audio sinistro e violino
distorto suonato da Mauro Pagani nel canale audio destro. Anche di Pagani si
sono dimenticati nel libretto. Ah, già: Dio è lui. Voto: 10.
Inquisizione: se hai paura di bruciare non puoi sviluppare
un libero pensiero. Ecco perché il sole e l’altre stelle stanno lì, mosse dal
pensiero (di pensiero) di qualcun altro. Ah, attenti a Faso col baso. Voto: 9.
Ritmo sbilenco: altro capolavoro, futuro manifesto del
neo-progressive, nonché dell’anti-regressive e del neo-anti-regressive. Gli
Elii fanno Musica con la “M” Maiuscola maiuscola! Indovinate chi c’è alla voce
femminile? Esatto: Aretha Franklin. Ma quella bianca. Voto: 10.
Il rock della tangenziale: brano rock più rap nato, e lo
sottoscrivo, per essere estratto come singolo e circolare in radio e nelle zone
a traffico limitato. Il “più rap” si riferisce alla pur breve partecipazione di
Zio Ax. Per voi plebei, J-Ax. La canzone più breve del disco (2:15 circa).
Voto: 8.
Cameroon: ci sono musicisti che sanno suonare di tutto, i
cori russi, la musica finto-rock, la new wave italiana, il free-jazz-punk
inglese, anche la nera africana. Perché non suonare quest’ultima? E perché non
far cantare di nuovo Paola Folli? Voto: 9.
I delfini nuotano: di questa canzone (forse) antirazzista
non vi dico nulla perché è talmente assurda e talmente bella (ma forse non al
primo ascolto) che dovete gustarvela da soli. Voto: 8,5.
Il primo giorno di scuola: la conoscete tutti perché è
uscita a settembre con i disegni di Sio. Ma qui è stata arricchita (e
migliorata) con altri suoni (trombe). Voto: 8.
Vincere l’odio: dodicesimo posto a Sanremo. Lo so, è brutto
da dire. Ma pensa che lo ha deciso lo stesso popolo che per venti anni ha
votato Berlusconi… che ti aspettavi? Voto: 9.
In questo disco gli Elii hanno ripreso a lavorare
collettivamente, Elio ha ripreso a suonare il flauto traverso, hanno
dissequestrato la chitarra a Cesareo, hanno liberato Paola Folli e hanno ridato
il giusto spazio agli intermezzi comici (con un Vittorio Cosma brillante)… Cosa
si può volere di più? Magari una ghost-track nata dalla fusione delle due
canzoni sanremesi? C’è anche quella.
VOTO: 9.
PS: Il disco è uscito anche in un'edizione molto speciale, allegata ad un vibratore che riproduce file audio mentre... vibra. Idea di Sergio Antibiotice, sicuramente. E l'ideale sarebbe utilizzarlo riproducendo "She Wants".
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